La cartelle esattoriali possono essere annullate, ma solo se rispetti determinati requisiti: ecco di quali si tratta.
Molti dei nostri lettori sono curiosi di scoprire informazioni circa la materia economica e tutto ciò che ne concerne. Una fra le tante domande che ci si pone riguarda le cartelle esattoriali che, in questo periodo, stanno subendo delle modifiche importanti. Come la sospensione della riscossione: un concetto che potrebbe apparire complicato che, però, andremo a sviluppare nel nostro articolo.
Per spiegare al meglio cosa si intende con cartella esattoriale annullata e sospensione della riscossione, per prima cosa dovremmo capire quali sono le funzioni di una cartella esattoriale, così da comprende tutto in modo chiaro.
Nota anche come cartella di pagamento, essa viene emessa da un soggetto diverso dall’ente creditore (ossia l’Agenzia delle Entrate, oppure l’INPS) che prende il nome di Agente per la Riscossione esattoriale, o più comunemente esattore. Quest’ultimo viene delegato nel suo “ruolo”, che concerne il nome del debitore, l’entità del debito e la data in cui è stato notificato l’avviso di pagamento.
Di conseguenza, si potrebbe rischiare anche ad un pignoramento. Quindi, a cosa serve la cartella esattoriale? Ad avvisare in tempo il debitore di pagare subito o tramite una rateazione, evitando la conseguenza sopra citata. Il termine solitamente è di 60 giorni e, nella pratica, se non lo si fa, il pignoramento non avviene quasi mai al 61esimo giorno, anzi il contribuente ha ancora diverso tempo per poter adempiere.
Cartella esattoriale, in quali casi può essere annullata?
Il cittadino che si trova a dover affrontare il pagamento di una presunta cartella esattoriale può contare su spiegazioni più precise da una vecchia legge dello Stato e da un ordinamento previsto dalla Corte di Cassazione. Il focus si basa sulla regola del silenzio-assenso, ossia delle norme che vedono come protagonisti il contribuente, l’Agenzia delle Entrate Riscossione e l’Ente creditore da cui origina il debito.
Il concessionario di riscossione, in questo caso l’Agenzia delle Entrate (in precedenza Equitalia) deve inviare le cartelle in base ad alcune regole precise. In situazioni di mancato rispetto di queste norme, si può arrivare perfino all’annullamento delle cartelle esattoriali. Non solo il contribuente, ma anche gli altri due soggetti devono attenersi alle disposizioni, pena annullamento e sospensione della riscossione.
Di fronte ad alcune cartelle esattoriali potenzialmente considerate illegittime, è intervenuta la Corte di Cassazione, ribadendo i principi normativi introdotti dalla legge n° 228 del 24/12/2012. In sintesi, i contribuenti potrebbero vedere annullate le proprie cartelle esattoriali se il concessionario di riscossione e l’ente creditore non adempiono correttamente ai loro doveri. Inoltre, si è parlato della regola e dell’iter dei famosi 220 giorni.
- Il contribuente deve inviare la PEC o, tramite posta raccomandata, presentare l’istanza compiendo il suo dovere;
- Il concessionario alla riscossione ha 10 giorni per informare l’Ente creditore delle azioni intraprese dal contribuente;
- L’ente deve agire secondo l’articolo 1 della legge sopra citata e procedere rapidamente per mantenere la legittimità della sua richiesta nei confronti del contribuente. È necessario, inoltre, comunicare al debitore l’esito dell’istanza che può essere accolta; oppure la conferma del debito.