Novità sulla definizione di invalidità e sulle percentuali attribuite dalla Commissione. Cosa cambia per i cittadini con minorazioni.
La Legge 104 disciplina i requisiti e le agevolazioni previste per l’integrazione sociale, l’assistenza e i diritti delle persone disabili. L’uomo è un individuo sociale e tutti i cittadini hanno pari dignità sociale. Per garantire questa uguaglianza lo Stato deve creare norme ad hoc.
Nel febbraio del 1992 è nata la Legge 104 al fine di garantire i principi inerenti ai diritti, l’integrazione sociale e l’assistenza alla persona con handicap. Questa stessa norma tutela anche i caregiver ossia i familiari che si prendono cura di un soggetto con minorazione fisica, psichica o sensoriale stabilizzata o progressiva che comporta difficoltà di apprendimento, di relazione o integrazione lavorativa e di conseguenza uno svantaggio sociale o emarginazione.
Lo scorso 30 giugno sono stati introdotti dei cambiamenti alla Legge 104. Nello specifico è entrata in vigore una nuova definizione di disabilità. La persona disabile presenta “durature compromissioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali che, in interazione con barriere di diversa natura, possono ostacolare la piena ed effettiva partecipazione nei diversi contesti di vita su base di uguaglianza con gli altri”. Poi sono state modificate le percentuali legate alla disabiità.
Oltre alla nuova definizione di disabilità, il Decreto ha adottato nuovi criteri per individuare le percentuali di disabilità. La Commissione dovrà verificare le compromissioni tramite valutazione di base. Si determinerà la necessità di sostegno lieve, media o intensiva con presenza di compromissione singola o plurima tale da ridurre l’autonomia personale in relazione all’eta. La Commissione stabilirà se la compromissione accertata richiede o meno un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfere relazionale o individuale.
L’iter di riconoscimento non cambia di molto. L’interessato dovrà ottenere la certificazione medica dal proprio medico curante attestante la diagnosi e poi inoltrare domanda all’INPS. L’ente della previdenza sociale procederà con la valutazione tramite visita collegiale durante la quale il disabile effettuerà il test Whodas. La Commissione richiederà la visita solo se la documentazione fornita non sarà utile per arrivare ad una valutazione della richiesta.
Nei casi di disabilità grave i benefici saranno concessi anche prima del termine del processo di valutazione. I medici utilizzeranno degli standard internazionali (ICF e ICD) per valutare l’interessato e redigere il certificato di disabilità che sostituirà ogni precedente documento e servirà per avere accesso alle prestazioni dedicate che si suppone saranno intensificate ad ulteriore supporto del disabile.
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