Bike sharing, attenzione alla pirateria: come funzionano e quali sono i rischi delle app non ufficiali

Recentemente, il servizio di bike sharing RideMovi a Bologna è stato colpito da un attacco hacker senza precedenti.

I malintenzionati hanno utilizzato un’app pirata chiamata “Ride’n Godi”, che permetteva di utilizzare le biciclette Mobike gratuitamente.

Pirateria bike sharing
La pirateria del bike sharing (LadradiBiciclette.it)

Questo attacco ha mandato fuori uso l’80% delle 2.000 bici disponibili in città, creando non solo disagi per l’azienda ma anche per gli utenti abituali del servizio.

RideMovi rappresenta una delle aziende leader nella micromobilità in Italia e in Europa, offrendo ai suoi utenti la possibilità di noleggiare biciclette, ebike ed escooter attraverso una semplice app.

Gli utenti possono trovare i mezzi disponibili nelle loro vicinanze, sbloccarli scansionando un codice QR e poi parcheggiarli in aree pubbliche designate al termine dell’utilizzo. Questa modalità di trasporto offre una soluzione pratica e sostenibile per muoversi rapidamente nelle aree urbane.

Questo episodio serva da monito sia per le aziende che operano nel settore della micromobilità sia per gli utenti finali riguardo ai rischi associati all’utilizzo di applicazioni non autorizzate o alla partecipazione alla diffusione della pirateria digitale.

La sicurezza informatica diventa sempre più una priorità nell’era digitale attuale dove i dati personali e la proprietà intellettuale sono costantemente sotto minaccia da parte degli hacker.

È fondamentale ricordare come sia importante rispettare le normative vigenti sul diritto d’autore e sulla protezione dei software per garantire un ambiente digitale sicuro ed equo sia per le aziende che offrono servizi innovativi sia per gli utenti che ne beneficiano quotidianamente.

Pirateria bike sharing: un fenomeno in crescita

L’introduzione dell’app pirata “Ride’n Godi” ha messo a dura prova il sistema RideMovi a Bologna.

Bici e pirati
Pirateria sulle biciclette (LadradiBiciclette.it)

Utilizzando questa app non autorizzata, gli hacker sono riusciti a sbloccare quasi l’80% delle biciclette senza pagare il dovuto noleggio, causando notevoli perdite economiche all’azienda e rendendo difficile per gli utenti regolari trovare mezzi disponibili.

Nonostante gli sforzi dell’azienda che ha recuperato circa il 60% delle biciclette danneggiate o disperse, molte rimangono ancora introvabili.

La situazione solleva questioni importanti riguardanti la legge sulla protezione del diritto d’autore (Legge 633/1941) che include anche la tutela del software contro la duplicazione illegale o l’utilizzo di programmi craccati.

Secondo l’art. 171-bis della stessa legge, chiunque distribuisce o utilizza software pirata può essere soggetto a sanzioni penali significative che includono multe salate e persino la reclusione.

Inoltre, secondo l’art. 174-ter della legge citata sopra, anche gli utenti finali che installano o utilizzano software craccato sono passibili di sanzioni amministrative severe come multe pecuniarie e confisca dei materiali illegalmente acquisiti.

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