Dove essiccava il tabacco, prende forma l’arte. Dove si trovò a passare il fotografo svizzero Beni Trutmann per scattare le immagini del calendario Fiat ’75, cercando sfondi per una 126 gialla, si va adesso in bicicletta. Nell’Alta Murgia tra Puglia e Basilicata, le strade di collina sono a bassissima percorrenza di traffico, perfette per il cicloturismo. Sfilano tra campi di grano e di lenticchie, masserie e fenditure di calcare, sotto una luce che pare dell’Arizona. La Masseria Fontana di Vite, fabbrica agricola della seconda metà del 1700, appare dopo una curva altura, su un poggio, ad appena 7 km da Matera. Opera dei fratelli baresi Fausta e Gianlorenzo Bolettieri, nel 2016 è rinata per accogliere ospiti e artisti in residenza. Ed è anche una buona base per scoprire l’Alta Murgia in bicicletta.

I tre artisti dell’estate 2019 sono appena partiti. Fausta mi racconta che hanno lavorato nel grande capannone al lato della piscina che fungeva un tempo da essiccatoio. Canyon Castator ha lasciato alla masseria un “ritratto” di Renato, l’asinello-mascotte, realizzato con tratto da fumetto. Sara Cwynar, individuata da Forbes come una delle artiste under 30 “da tenere d’occhio”, ha realizzato un foto collage che ha come sfondo un grande tappeto e come soggetto abiti e costumi da bagno vintage del guardaroba di famiglia. Il surrealista Benjamin Spiers non ha ancora deciso quale tela lasciare in masseria. Certo è, invece, che nell’ottobre del 2019, Fausta e Gianlorenzo ritireranno il premio Giovane Imprenditore dell’Anno del Touring Club, conferito a due sole strutture ricettive in tutta Italia.

Alta Murgia in bicicletta, tra Puglia e Basilicata
Dalla masseria, con Bike Basilicata, si possono noleggiare biciclette gravel, da turismo e da strada, e tour guidati, muovendosi tra Puglia e Basilicata. Si può andare a Castel del Monte, il più eccezionale monumento del Parco Nazionale dell’Alta Murgia. Proseguire dalla località San Magno a Poggiorsini, poi per Gravina lungo la parallela alla provinciale. Vastissime distese di grano ti attendono mentre pedali verso Altamura, Borgo Venusio (nelle cui vicinanze si trova Fontana di Vite) e Matera. Ecco la mia narrazione di questi luoghi.

Castel del Monte, costruito con le stelle
Nel castello di Federico II manca purtroppo chi possa farti rivivere la favola. Chi ti racconti che l’Imperatore normanno-svevo si intratteneva volentieri in corrispondenza con il matematico pisano Fibonacci. Che questo ottagono di pietra con 8 torri ottagonali sia stato un tempio di viaggi iniziatici. Nel castrum del 1240, l’architettura sembra scandita dall’entrata del Sole nei segni zodiacali. Ricorrono la proporzione aurea e le corrispondenze tra solstizi e ombre. Equinozi e geometrie danno adito a ipotesi degne delle mitica Camelot. Non si sa bene che funzione avesse. Per essere una rocca difensiva, manca di fossato, ponte levatoio, feritoie e merli. Per essere un casino di caccia, manca di forni, stalle e dispense.

Questo libro di pietra fatto con le stelle sulla sommità di un colle è dal 1996 sotto la protezione dell’Unesco. Al suo interno, qualche anno fa, su un pannello, ho trovato questa storiella: “Louis Armstrong sosteneva che se hai bisogno di chiederti cos’è il jazz, non lo scoprirai mai”. Per l’Alta Murgia mi pare sia lo stesso. Non bisogna domandarsi cos’è. Meglio trovarsi vis-à-vis con le dune calcaree, la rugiada delle terre spietrate, le masserie da pecore (jazzi) che dall’alto, ad avere una mongolfiera, sembrerebbero linee di Nazca.

Sotto il Costone, come nel Far West
Non ti chiedere cos’è il jazz. Meglio andare in bicicletta tra Gravina e Poggiorsini, sotto il Costone, quel tratto di altopiano che da un’altezza di 600 precipita dolcemente in piano. Scorre alla vista un paesaggio ruvido e pietroso abitato dal falco grillaio. Un Far West di Levante: poco antropizzato, esteso per 100 mila ettari di cui 68 mila compresi nel Parco, dove si concentrano tutti i fenomeni carsici della Puglia, doline, grotte, inghiottitoi, e gli ultimi lembi di pseudo steppa mediterranea. Qui cresce la roverella, il perastro, il mandorlo spinoso. E nel sottobosco, prendono forma le bacche del biancospino e della rosa canina, il fungo cardoncello e la stipa o “lino delle fate” che in primavera luccica e sembra neve.
Nell’Alta Murgia da scoprire in bicicletta, la rugiada del mattino bagna le orchidee selvatiche e la morbida foglia del verbasco in quei tratti di bosco ceduo (Scoparella, La Mena) e di pascolo alberato il cui suolo calcareo non è stato frantumato con i martelli pneumatici.

Il nido d’aquila di Garagnone
Per ritornare in sintonia con il paesaggio, si pedala fino ai ruderi di Garagnone, un luogo che pare scolpito nella pietra per stupire e dove sembra che Federico II abbia tratto ispirazione per costruire il suo castello nella roccia. Nido d’aquila su una spaccatura del Costone, Garagnone doveva essere un edificio a due piani con stanze a uso di stalla, un deposito di paglia, una cappella, un forno e una scala scavata nel calcare. Appare per la prima volta in un documento del 1129. Fungeva da stazione di posta e di difesa sul tracciato della Via Appia.

Gravina e Matera
Una volta lasciato Garagnone, ci si potrebbe fermare a Gravina ad assaggiare il fallone (un formaggio morbido simile alla toma) e la salsiccia tagliata a punta di coltello. Fare tappa nel museo privato Pomarici Santomasi che conserva, tra l’altro, la moneta aurea di Federico II, oltre gli affreschi ieratici di una vicina chiesa rupestre e un curioso documento che elenca fave, lenticchie, cicerchie: le colture di un tempo. Si chiude il tour in bici con Matera. Il fitto programma di Capitale Culturale lo trovate qui.