La prima bicicletta destinata ai viaggi in bici, acquistata nel 1998 con 324.000 lire, è ancora appesa nel grande deposito di Girolibero, a Vicenza, insieme alle altre 2.000 biciclette, di cui 250 elettriche, che costituiscono la dotazione del tour operator. Pierpaolo Romio, fondatore e titolare di Girolibero, il marchio leader delle vacanze facili in bicicletta che movimenta 20.000 cicloturisti l’anno e porta a casa 17 milioni di fatturato, non ha dimenticato da dove è partito: da un primo viaggio in bici di 3 settimane a Strasburgo (la città più bike friendly di Francia) con giri a margherita; da un rudimentale sito web costruito nel ’98 quando era appena agli esordi; e da quella prima bicicletta che oggi si definirebbe a stento vintage.

Girolibero per vacanze in bici e barca
In navigazione, il vento pizzica la pelle e rallenta la mia presa d’appunti. Con Pierpaolo siamo seduti in chiacchiera, al tramonto, sul ponte dell’Ave Maria, la barca fluviale con cui Girolibero copre la tratta Mantova Venezia, Venezia Mantova, nella fortunata formula bici e barca. Il Canalbianco, nel tratto da Ostiglia a Porto Valdaro (Mantova), placido e stretto d’assedio da una vegetazione ormai autunnale, mi riporta indietro nel tempo: a momenti di navigazione nell’Amazzonia peruviana, nelle Backwater del Kerala, sull’Irrawaddy in Birmania. Sempre su barche fluviali.

Ricordi che si affacciano con le dovute differenze, ma con ingredienti simili: il silenzio, il gioco dei riflessi sulla superficie dell’acqua, la visione di un’ampiezza alare che si apre all’improvviso, in controluce. Quassù, dal ponte della barca fluviale, sembra un fiume a tutti gli effetti il Canalbianco, chiamato più precisamente Tartaro-Canalbianco-Po di Levante. Invece ha una storia particolare: si tratta di un canale navigabile di 147 km scavato sull’alveo del fiume Tartaro, uno dei pochi fiumi italiani originati da risorgive di pianura.

La formula nasce in Olanda
Prima che il buio cada sugli argini, Pierpaolo di Girolibero mi racconta che, nel 2000, ebbe l’intuizione di accostare l’aggettivo “facile” al suo prodotto, le vacanze in bicicletta. Facile, nella formula bici e barca che ho sperimentato nel tratto tra Zelo e Mantova, significa avere le bici pronte scaricate puntualmente a terra a ogni pedalata; avere una guida che conosce il territorio chilometro per chilometro e ti fa evitare le buche più dure. Significa anche avere la cena (ottima!) a bordo e il box per il pocket lunch.
“La formula”, specifica il fondatore di Girolibero, “nasce il Olanda”. Girolibero la propone per la prima volta nel 2003. “Si trattò di una piccola barca fluviale, noleggiata, con appena 16 posti, 2 bagni e 2 docce per tutti. Una chiatta rimessa a posto, e comunque molto spartana”. La formula piacque: si andava in bicicletta e si navigava, spostandosi senza prendersi la briga di fare e disfare i bagagli. “Mi sono chiesto se si poteva fare anche in Italia, paese in cui nessuno sa che si può navigare sui fiumi”.
I fiumi navigabili in Italia
In Italia, mi informa Pierpaolo, il fiume Po è navigabile tra Cremona e il Mare Adriatico solo per 90 giorni l’anno con barche di piccole dimensioni; da Polesella, a nordest di Ferrara, fino alla foce, quasi tutto l’anno. Il Canalbianco tra Mantova e Venezia è invece sempre navigabile.

Le insidie del pedalare in pianura
“Anni fa”, continua Pierpaolo, “ho intuito che collegare Mantova a Venezia potesse suscitare interesse. Sapevo anche che il percorso aveva nella persistenza della pianura (il viaggio da Venezia a Mantova, di 190 km, ha un dislivello di appena 30 metri, nda) un punto debole da un punto di vista paesaggistico e della fruizione cicloturistica. Abbiamo aggirato questa debolezza spezzando la pianura con tratti di navigazione e scovando delle piccole chicche sul territorio come il Museo della Giostra di Bergantino” dove, curiosamente, si racconta che a ingegnarsi nella costruzione delle prime giostre furono proprio alcuni meccanici di biciclette.
Mantova Venezia e Avignone Aigues Mortes
Dopo 15 anni dalla prima proposta di viaggio in bici e barca in Olanda, Girolibero ha adesso 2 barche in Italia, operative sulla Mantova – Venezia, e 2 in Provenza, tra Avignone e Aigues Mortes, piene da marzo ad ottobre, con una prevalenza di stranieri in Italia e di italiani in Francia. L’Ave Maria, 7,5 metri x 40,5, dove ho navigato, era una semplice chiatta fluviale del ’73 che scavava sabbia sul Delta del Po. Adesso è un funzionalissimo e piacevole hotel galleggiante con ganci per biciclette, mensole per caschi, borracce e borse laterali, realizzato con un finanziamento della Banca Etica di 1,6 milioni di euro.

Nel futuro c’è una 5° barca, tra Venezia e Grado
In arrivo c’è una quinta barca, adesso in costruzione, larga 6,20 metri e lunga 35,50, con 12 cabine per gli ospiti e una vasca idromassaggio, che nel 2021 sostituirà la più spartana Vita Pugna attualmente in servizio sempre sulla Mantova Venezia. La barca si chiamerà Portegrandi, dal nome di una storica conca tra il Sile e la Laguna di Venezia, a Quarto d’Altino, uno dei Luoghi del Cuore del FAI, e pescherà il meno possibile per poter navigare, come si pensa, tra Venezia e Grado, fino alla Laguna di Marano, lungo le valli della Litoranea Veneta.
Biciclette costruite ad hoc
Benedetta da una buona stella, semplice nella logistica e priva di tempi morti, la formula bici + barca rappresenta adesso il 20% del fatturato di Girolibero. A bordo, oltre al Capitano, c’è un equipaggio costituito da cuoco e aiuto cuoco, guida cicloturistica e addetto alla logistica della bicicletta. Di alluminio, prodotte ad hoc per Girolibero, le biciclette, del peso di 15 kg, con il manubrio piatto e regolabile in altezza, sono dotate di 27 velocità (Shimano), ruote da 28 pollici, copertoni Schwalbe e portapacchi posteriore per le borse laterali. Le biciclette hanno anche la possibilità di agganciare il leggio per il roadbook e la borsa frontale. Costruite da Velodeville, le ebike unisex hanno 5 livelli di assistenza e motore Bosch di 250W nel movimento centrale, 9 rapporti e la batteria con capacità di 500 Wh agganciata sul tubo obliquo.

Cosa mi è piaciuto
Della formula bici + barca sull’Ave Maria di Girolibero, vacanza che prevede pedalate di 30-50 km al giorno su strade per lo più asfaltate e a bassa percorrenza, ho apprezzato:
- la presenza del portaborraccia sul tubo obliquo delle ebike (in anni di pedalate non mi era mai successo!),
- la comodità della sella (che “vacanze facili” sarebbero altrimenti…)
- la cucina di bordo eccezionalmente buona, curata sia nei sapori sia nella presentazione,
- la qualità dei vini (per niente ovvia),
- la possibilità di buttare la carta igienica biodegradabile nel water delle toilette di cabina (solo i velisti sono abituati a non gettare carta igienica e altri rifiuti nella tazza),
- la professionalità della guida cicloturistica, capace di aggregare e condurre anche grandi gruppi con scarsa esperienza,
- il prezzo: tra 1000 e 1400 euro (n base al tipo di cabina e bicicletta),
- l’aver reso non ovvio un tragitto turisticamente ovvio, il percorso Venezia – Mantova.
Non da ultimo, mi è piaciuto essermi ricordata di altri tramonti su altri fiumi del mondo (ma questo è un fatto squisitamente soggettivo e personale).
