Città ciclabili che rappresentano un piccolo faro: una luce, una bussola nel buio, le prime tessere di un mosaico green.
Bisogna riconoscere a FIAB, Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, il merito di aver cominciato, con metodo, a delineare un mosaico di Italia sempre più bike friendly. Il progetto che identifica le prime pennellate di ciclabilità porta il nome di Comuni Ciclabili. Ideato da Alessandro Tursi, è stato lanciato nell’estate del 2017 sotto forma di raccolta di candidature volontarie. Le città ciclabili che intendono partecipare sono invitati a riempire questionari che devono essere poi verificati, a scanso di fake news, dai rappresentanti Fiab locali. Ne è scaturito, alla prima edizione, un pool di 69 comuni delle buone pratiche, cui il 21 novembre 2018 se ne sono aggiunti 13. Le città e cittadine amiche della bicicletta sono ormai, dal luglio del 2020, 136.
Firenze, Arezzo, Desio (MB), Vasto (CH), Merano (BZ), Mira (VE), Valdagno (VI), Santarcangelo (RN), San Salvo (CH) e Breda di Piave (TV) sono le 10 nuove città entrate, per il 2020 nella rete dei ComuniCiclabili. Firenze è così il 4° capoluogo di Regione dopo Torino, Bologna e Trento. Con questa tornata, l‘Emilia Romagna si conferma in testa con 25 comuni, seguita dal Veneto che arriva a quota 21. In 3° posizione si colloca l’Abruzzo che, con i nuovi comuni costieri di Vasto e San Salvo, arriva a 15, seguito dalla Lombardia con 12. Per l’edizione 2020, posticipata causa Covid, è entrata nel pool del Comuni Ciclabili italiani anche Roma, un risultato ottenuto dopo verifiche in ciascuno dei 15 Municipi della città nelle aree infrastrutture urbane, governance, cicloturismo e comunicazione. Ammesse al club delle città delle buone pratiche, nel 2020, anche Arona (NO), Diano Marina (IM), Forte dei Marmi (LU), Lonigo (VI), Massa Marittima (GR), Piaggine (SA), Roccagloriosa (SA) e Sarego (VI).
Italia bike friendly, tra Comuni a sorpresa ed eccellenze
Qualche caso eccellente? Il mix è dato da cittadine a vocazione turistica, capoluoghi, piccole realtà e comuni costieri. Serrone, primo comune del Lazio a far capolino, ha potuto sfruttare la riconversione di una vecchia strada ferrata in Via Verde, la Paliano-Serrone-Fiuggi di 36 km. Maranello, piccola città indissolubilmente legata al brand Ferrari, è una piccola case history: nonostante il legame con la casa automobilistica (e il turismo che ne deriva) ha voluto scommettere su un piano di piste ciclabili di distretto, da concertare con Fiorano Modenese, Formigine, Sassuolo e l’Agenzia per la mobilità di Modena.
Le eccellenze restano, ad oggi, legate ad alcuni comuni della prima tranche. Come Arborea, nell’oristanese, paese di appena 4000 abitanti con una rete di 30 km di piste ciclabili. O come Pesaro con il progetto dei 200 km di Bicipolitana di cui 88 realizzati.
Lanciato dal bike manager Thomas Flenghi, il progetto ha messo in rete le periferie, raccordato le zone sottoposte al limite di velocità di 30 all’ora, aumentato l’ampiezza delle nuove ciclabili, segnalato con apposite fasce la zona a rischio di apertura di sportelli e presentato, non da ultimo, con un formato grafico simile a quello della metropolitana di Londra le direttive ciclabili enunciandone fermate, interconnessioni e direzioni. La linea 1, è chiaro dai cartelli, porta al mare. Non ci si può sbagliare. E, siccome “è meglio vivi che morti”, parole di Flenghi, una prossima linea passerà anche dal cimitero, pur di evitare una strada pericolosa.